Stay in the Loop

SCROLLANDO TROVATE I MODULI FORMATIVI: Consumo responsabile nel comparto tessile/moda/accessorio e il fenomeno del Fast Fashion

la proposta formativa

Stay in the Loop è una formazione a moduli, fruibili singolarmente, con cui approfondire l’impatto delle nostre scelte come consumatori dei prodotti del comparto tessile-moda- accessorio.
Nasce attraverso un lavoro partecipato di riflessione dell’associazione LA SARTORIA SOCIALE in collaborazione con professionisti del settore e Amnesty International sezione Ticino. 
Queste collaborazioni hanno permesso di strutturare un programma dedicato a studenti e studentesse delle ultime due classi di scuola media (III e IV) e delle scuole del post obbligo. 
  • L’attività Stay in The Loop è citata nel catalogo delle attività didattiche degli attori esterni di éducation21
  • Il laboratorio "I diritti umani nella catena di fornitura dell'industria della moda" è progettato in collaborazione con Amnesty International e  sarà realizzato da due persone esperte formatrici di Amnesty International.

modulo 1
Fibre: provenienza, lavorazione, uso e smaltimento

Il modulo si prefigge di fornire una panoramica sul tipo fibre in uso nel settore tessile per meglio comprenderne le caratteristiche e gli impatti e di fornire gli strumenti per avere maggior consapevolezza non solo nel momento dell’acquisto di un capo, ma durante tutto il suo ciclo-vita.
 Classificazione e caratteristiche delle fibre tessili: naturali (vegetali e animali), artificiali e sintetiche
Processo produttivo: filatura, tessitura, tintura e finissaggio
Etichettatura tessile: composizione, manutenzione e certificazioni di sostenibilità
Gestione del fine vita: - ridare nuova vita (upcycling)
 Tessuto vs prodotto finito: limiti e opportunità
Smaltimento: discarica, termovalorizzazione, riciclo (meccanico e chimico; downcycling, fiber-to-fiber)
I cimiteri del (fast) fashion

Il laboratorio è progettato in collaborazione con Alessandra Monaco e sarà da lei condotto con l'affiancamento della responsabile laboratori didattici
dell' associazione La Sartoria Sociale

modulo 2
La catena di fornitura e l'insostenibile leggerezza del (fast) fashion

Il modulo descrive la complessità dell’intera catena di fornitura dell’industria dell’abbigliamento e ne mette in luce i punti deboli e le problematiche, sia in merito agli impatti ambientali, ma soprattutto nella sfera legata ai diritti umani. Il modulo mette in evidenza come tali problematiche riguardino principalmente i Paesi in via di sviluppo e i marchi del fast fashion, ma non escludano l’Europa e i brand del lusso.
 Gli anelli della catena: approvvigionamento materie prime, filatura e tessitura, tintura e finissaggi, progettazione e sviluppo, produzione e confezione, distribuzione e logistica, vendita al dettaglio.
Gli anelli deboli della catena: dinamica dei subappalti e delocalizzazione, difficoltà di garantire tracciabilità e trasparenza, violazione dei diritti dei lavoratori.
Da Rana Plaza ad oggi: diritti umani e ambiente.

Il laboratorio è progettato in collaborazione con Alessandra Monaco e sarà da lei condotto con l'affiancamento della responsabile laboratori didattici
dell' associazione La Sartoria Sociale

modulo 3
Life in plastic is (not) fantastic

Il modulo mette in evidenza le contraddizioni che ruotano intorno alla plastica tout'court e stimola un approccio critico al tema. Si sofferma in particolare sulla quantità di plastica in uso nel settore dell’abbigliamento, ne indaga le motivazioni e ne mette in luce le problematiche. Include inoltre una riflessione sugli imballaggi in plastica largamente impiegati nell’abbigliamento e sulle alternative cosiddette “bio-based”. 
La rivoluzione della plastica: pro e contro
La plastica nella moda e l’impatto ambientale e sociale delle fibre fossili Abbandonare le fonti energetiche fossili e continuare vestirci di plastica? 
Microplastiche e nano-plastiche (produzione, manutenzione/lavaggio, riciclo o smaltimento) 
I bassi costi e la durabilità delle fibre sintetiche a scapito delle fibre naturali
Gli imballaggi e le “bio-plastiche”

Il laboratorio è progettato in collaborazione con Alessandra Monaco e sarà da lei condotto con l'affiancamento della responsabile laboratori didattici
dell' associazione La Sartoria Sociale

modulo 4
Moda ed economia circolare: un approccio olistico e una comunicazione chiara

Il modulo desidera approfondire il tema dell’economia circolare, spiegando innanzitutto che non so tratta di solo riciclo. Dopo un inquadramento del tema, viene proposto il framework delle 9R, in cui al primo posto di un sistema circolare troviamo la R di “rifiutare” e solo in penultima posizione la R di “riciclare”. Si propone un approccio olistico alla disciplina evidenziando che non basta essere circolari in fase di progettazione, ma è necessario considerare attentamente il ciclo vita dei prodotti e il contesto in cui si opera. Si spiega come questo approccio si renda necessario nel momento in cui sii desidera comunicare in modo corretto la performance sostenibile di un prodotto. 
Cos’ è l’economia circolare 
Dall’economia lineare all’economia circolare: il framework delle “9R”
La circolarità come approccio olistico
Il design circolare e sostenibile (re-immaginare non solo i prodotti, ma anche i modelli produttivi e i servizi) 
Principi di pensiero sistemico: la comprensione del contesto in cui ci si trova per applicare soluzioni efficaci 
Approccio al ciclo-vita: riflettere sugli impatti ambientali, sociali ed economici e trovare un equilibrio e usare i dati per comunicare la sostenibilità di un prodotto

Il laboratorio è progettato in collaborazione con Alessandra Monaco e sarà da lei condotto con l'affiancamento della responsabile laboratori didattici
dell' associazione La Sartoria Sociale

modulo 5
I Diritti Umani nella Catena di Fornitura dell'Industria della Moda

Il laboratorio inizia con un’attività interattiva che permette di introdurre il tema e creare uno spazio sicuro per facilitare il confronto e il cambiamento. Nella parte iniziale la classe analizzerà il proprio rapporto con i capi d’abbigliamento, faremo questo a partire da una raccolta dati che disegnerà il quadro dei nostri comportamenti. Seguirà un momento teorico sui diritti umani che permetterà di evidenziare i principi alla base della Dichiarazione Universale, le fragilità e le violazioni che avvengono nel mondo della produzione, tintura, distribuzione e smaltimento dei tessuti. Useremo video e grafici per conoscere realtà a noi nascoste o lontane. Un lavoro di gruppo permetterà di condividere le riflessioni individuali, proporre nuove domande, ricerche e aumentare la consapevolezza del nostro potere come consumatori e consumatrici. 
Ogni nostro comportamento ha conseguenze sulle persone e sull’ambiente in cui viviamo, ma a volte è difficile rendercene conto: nella parte finale del laboratorio i gruppi saranno chiamati a trovare strategie di cambiamento efficaci e attuabili nel breve e nel medio periodo.
Il laboratorio è progettato in collaborazione con Amnesty International e sarà realizzato da due persone esperte formatrici di Amnesty International.

modulo 6
Il greenwashing ​
nella moda

 Il modulo accompagna nella comprensione della pratica del greenwashing nell'industria della moda una generazione sempre più consapevole della crisi ambientale offrendogli le competenze per poter fare scelte consapevoli condividendo un percorso che affronta e approfondisce: 
Definizione del termine 
Motivazioni aziendali modalità e pratiche di GreenWashing
Conoscere le caratteristiche di un capo d’abbigliamento affinché possa essere considerato sostenibile
Etichettatura dei prodotti
Sistemi di valutazione, indici di sostenibilità
Casi studio
Buone pratiche aziendali di sostenibilità
Come le aziende e i consumatori possono evitare il GreenWashing
Aspetti ambientali e Sociali 

Il laboratorio è progettato in collaborazione con Alessandra Monaco e sarà da lei condotto con l'affiancamento della responsabile laboratori didattici 
dell' associazione La Sartoria Sociale

modulo 7
La tradizione afgana del cucito e del ricamo

Il modulo propone un attività pratica di ricamo, senza pretese, ma offrendo l'opportunità a chi lo desidera di cimentarsi con un arte antica ma che resta contemporanea, presentata da esperte ricamatrici di origine afghana che vivono nel nostro cantone. Offrirà alla classe anche uno sguardo diverso su un paese ricco di storia e cultura.
La presentazione propone questi temi:
Conoscere le principali materie prime coltivate/allevate per produrre tessuti in Afghanistan
Conoscere le principali tecniche di lavorazione dei tessuti (ricamo, tappeti, tessitura)
Comprendere l'importanza economica del settore in relazione al mercato globale e all’emancipazione delle donne
Comprendere le implicazioni sociali dell’abbigliamento delle donne in Afghanistan tra passato e presente
Consapevolezza del legame tra libertà individuale/rappresentazione di sé e diritti umani
Collegamento tra la propria dimensione (scelte, consumi, cultura, valori) relativa all’abbigliamento.
Il modulo è progettato in collaborazione con Jamileh Amini, sarà condotto con lei 2 ricamatrici afgane e la responsabile laboratori didattici dell'associazione La Sartoria Sociale.

modulo 8 (in English)
Sustainable Fashion for a Greener Future

This workshop aims to Increase participants' awareness of the environmental impact of fashion pollution, provide practical tips for reusing and upcycling existing clothing, and promote conscious shopping habits to combat fast fashion. 
The workshop will be open with a brief presentation and discussion of: 
Overview of the fashion industry's environmental footprint
The impact of fast fashion on the environment
Real-world examples of fashion pollution
Discussion on the ethical implications of fashion waste
Practical Upcycling
Introduction to upcycling: What it is and why it matters
Practical demonstration of upcycling techniques (e.g., turning old jeans into shorts, T-shirt transformations)
Tips for maintaining and repairing clothing to extend its life
 Open debate on
Understanding the impact of our fashion choices
How to identify sustainable and ethical brands
Tips for shopping mindfully: Quality over quantity, buying what you need, and considering second-hand options
The benefits of a capsule wardrobe
 Interactive Group Activity 
Group discussion and brainstorming on ways to reduce fashion waste
Participants share their personal tips and experiences with sustainable fashion
Q&A Session 
Open floor for participants to ask questions and share thoughts

The workshop is designed in collaboration with Noor al Huda Al Ibrahim. She will conduct it, assisted by the head of educational workshops from La Sartoria Sociale association.

workshop:
didattica con colore

“TUTTI I COLORI DI UNA PIANTA ” è un progetto didattico di EMINA (alias Giulia Perin) che ha l’obiettivo formativo di riportare in auge antiche pratiche e conoscenze tanto delle tecniche per tingere il tessuto quanto della modalità di utilizzo delle piante tintorie. tali competenze, fondamentali fino all’avvento delle colorazioni di sintesi nel 1889, sono oggi nuovamente richiesti dal sistema moda.
Il Workshop è strutturato in 10 moduli a scelta, fruibili singolarmente ma pensati come un unico percorso.
Verranno affrontati temi di ordine teorico con un approccio interdisciplinare, applicando poi quanto appreso, così da offrire un percorso completo che mostrerà il mondo dell’abbigliamento e del colore con occhi nuovi e attenti. Verranno inoltre reinterpretati capi d’abbigliamento upcycling: unici, rispettosi dell’ambiente e per chi li realizza.
Il workshop ha un approccio pratico, immersivo , multidisciplinare e inclusivo, le classi ripercorrendo la storia del colore:
  • 1° incontro: Cosa sono i colori naturali? cos’hanno rappresentato storicamente per l’uomo? queste le domande principali che guideranno il primo incontro. attraverso la visita di innumerevoli manufatti, video e presentazioni gli allievi potranno immergersi in quest’argomento che tocca tutte le discipline del sapere.
  • 2°&3° incontro: Creazione di pigmenti per belle arti: pastelli, acquerelli, lacche e molto altro, gli allievi apprenderanno strumenti nuovi per realizzare progetti creativi 100% rispettosi dell’ambiente.
  • 4° incontro: il quarto segnerà l’ingresso nell’arte delle tinture vegetali, della sua interpretazione nelle svariate regioni del mondo. questa lezione sarà dedicata ai colori blu e verde.
  • 5° incontro: questa lezione sarà dedicata ai colori rosso, rosa e viola. l’incontro prevederà esercizi correlati, mettendo in primo piano la multidisciplinarità di questa tematica
  • 6°&7° incontro: le allieve e gli allievi, transiteranno verso un grado creativo e manuale maggiori. ciò sarà denotato dall’acquisizione di svariate tecniche di manipolazione tessile
  • 8°,9°&10° incontro: gli ultimi tre incontri, a fronte delle competenze apprese precedentemente, saranno incentrati sulla creazione di capi upcycling realizzati con tecniche botaniche miste. a scelta allieve e allievi potranno anche realizzare un progetto artistico su carta o tela.

Il contesto

“Studi hanno dimostrato che quando le persone credono che un articolo sarà riciclato, ne consumeranno semplicemente di più.” 
L'industria della moda, compresa la produzione di tutti i vestiti che le persone indossano, 
contribuisce al 10% delle emissioni globali di gas serra e produce il 20% delle acque reflue mondiali. 
Il mondo produce 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili ogni anno. La Svizzera ne produce 100,000 tonnellate che equivalgono a 11kg a persona ogni anno. 
L’87% finisce in discarica o incenerito, quasi la quantità sufficiente a riempire il lago di Vogorno ogni anno. 
Si stima che la produzione di tessuti produca 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 e consumi 93 miliardi di metri cubi di acqua dolce all'anno, pari a più di 2 volte e mezzo il volume d'acqua del Lago Maggiore. 
Facciamo acquisti tutto il tempo, non solo quando ne abbiamo bisogno. 
Abbiamo armadi che devono esser svuotati per far posto ai nuovi acquisti o necessitiamo ampliare lo spazio dedicato al guardaroba continuamente. 
Riciclare i vestiti che non si desidera più portandoli ad un punto di raccolta del proprio comune, di un’associazione o aderendo alle campagne di recupero dell’usato (POST-CONSUMER) di un fashion brand, (PRE-LOVED/ PRE-OWNED) sembra essere una risposta che soddisfa i bisogni di chi dona e di chi riceverà o acquisterà usato. Anche i marchi di moda devono occuparsi della quantità di merce che occupa i loro magazzini, frutto della sovraproduzione, dell’invenduto (PRE- CONSUMER) o del reso (soprattutto degli acquisti online). 
Esiste per i consumatori una soluzione “etica e green” per i vestiti che non indossano più? 
Dare gli abiti dei propri figli ad altri genitori 
Riparare piuttosto che buttare 
Rivendere gli abiti alle botteghe dell’usato, sui siti di abbigliamento “vintage”
Scambiare vestiti e accessori in mercatini e serate tra amici
Donarli in beneficenza - trasformarli con tecniche di upcycling
Esiste per i Fashion Brands una soluzione “etica e green” per i vestiti che non vendono più?
 Raccogliere indumenti e calzature per riutilizzarli e riciclarli 
(incoraggiare i clienti a restituire i loro vecchi capi in cambio di sconti, fornire i contenitori per la raccolta negli store) 
Offrire servizi di riparazione per consentire ai clienti di prolungare la vita dei loro capi 
Donare i tessuti a stilisti e artisti emergenti che li utilizzano nelle loro creazioni 
Sviluppare standard e pratiche per la progettazione di capi di abbigliamento che possano essere facilmente riutilizzati o riciclati 
Investire nello sviluppo di nuove fibre che riducano gli effetti ambientali della produzione e della realizzazione degli indumenti 
Sostenere lo sviluppo di tecnologie di riciclaggio meccanico e chimico
Stabilire standard ambientali e di lavoro più elevati per i fornitori 
Istituire meccanismi per rendere più trasparenti le catene di fornitura.
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